Una scuola di pensiero

SILVIO SANTINI E LA SGF DI TORANO

Silvio Santini, Paolo Grassi e Mario Fruendi

Lo scultore Silvio Santini nasce a Torano, primo paese a monte di Carrara, città nota nel mondo per la qualità del marmo, fiore all’occhiello di architetti, designers ed artisti che utilizzano questa pietra per le loro opere. In questo specifico contesto Silvio Santini è in stretto contatto con persone che quotidianamente vivono in sintonia il monte e il marmo; infatti entrambi costituiscono qualcosa di unico che richiede attenzioni e cure affinché tutto risulti funzionale alla particolare lavorazione del marmo.

Marmo, montagne e natura s’intrecciano in un gioco di passioni e conoscenza che legano fin dalla tenera età Santini accompagnandolo nella sua formazione prima di artigiano e poi di scultore. Infatti il percorso di studio adatto a soddisfare gli intimi desideri del giovane Santini inerenti il marmo, si svolge all’Istituto Professionale del Marmo “Pietro Tacca” di Carrara agli inizi degli anni ‘60. Qui il caso vuole che incontri, tra i banchi di scuola, due ragazzi Paolo Grassi e Mario Fruendi con i quali anni dopo, circa dieci, fonderà il laboratorio di scultura SGF a Torano.

Carlo Tarabella, Cesare Ropa, Dominique Stroobant, Silvio Santini, Paolo Grassi, Mario Fruendi, Mauro Seghetti e Kenneth Davis

Si può proprio dire che “il caso non è mai per caso”, infatti tutti e tre, dopo aver terminato gli studi e con un diploma in tasca, entrano nel mondo del lavoro in qualità di artigiani-scalpellini. Chi si rivolge all’estero, come Grassi e Fruendi, il primo in Svizzera e il secondo in Inghilterra, chi, come Santini, resta nella città del marmo ed entra nel laboratorio di scultura di Carlo Nicoli. E a proposito di casualità, a distanza di anni, rientrati i due amici a Carrara dopo un’esperienza all’estero, si ritrovano nuovamente insieme, tutti e tre, non più come studenti ma compagni di lavoro nello stesso laboratorio di scultura.

Siamo nell’anno 1971 e i tre, con varie esperienze riguardanti tecniche scultoree sempre più affinate, decidono di avventurarsi in una nuova storia, quella della S.G.F.. Infatti proprio in quell’anno danno vita al laboratorio di scultura S.G.F. a Torano, paese natale di Santini, che in breve diventa un punto d’incontro per scultori provenienti da tutto il mondo. Così facendo l’acronimo S.G.F. acquisisce nel tempo quell’espressione e significato di “Scuola di Torano”, rappresentata da una comunità eterogenea di artisti, scultori ed artigiani del marmo che in quel luogo trovarono un terreno fertile, un genius loci, per far circolare liberamente pensieri, idee e progetti rivelando la professionalità di quei tre giovani ragazzi e coraggiosi scalpellini.

Mario Fruendi, Paolo Grassi e, seduto a terra, Silvio Santini

In quell’ambiente cosmopolita creatività e impegno s’incontrano e spesso si traducono in opere d’arte dove la soluzione al problema è vista come una bella donna da corteggiare e sedurre. Nell’arco di quarant’anni l’attività di Santini, Grassi e Fruendi si è così trasformata in un Laboratorio di Scultura e Design, riconosciuto in tutto il mondo, che realizza progetti di scultori, artisti, ingegneri, architetti e designers finalizzati al mondo dell’arte e al settore dell’arredamento.

Atelier SGF

Tra questi ricordiamo le opere realizzate per Max Bill “Continuità” collocata all’ingresso della Deutsche Bank di Francoforte, Richard Erdman “Passage” situata nei giardini della Pepsi Cola a New York, Julio Silva “Pygmalion” posto nei giardini del Forum des Halles a Parigi, Larry Kirkland il “Monumento a Martin Luther King” posizionato nel Civil Rights Garden di Atlantic City, per Philippe Stark tre finiture di colonna in marmo situate nel Museo Alhondiga di Bilbao, progettato dallo stesso Stark.

Max Bill, Continuità, Francoforte
Richard Erdman, Passage, New York
Julio Silva, Pygmalion, Parigi
Larry Kirkland, Monumento a Martin Luther King (part.), Atlantic City

Ed infine vale la pena ricordare l’opera dell’artista francese Roland Baladì che da un blocco informe di circa 75 tonnellate di marmo “arabescato” estratto dalla cava del Cardellino della rinomata Colonnata frazione di Carrara, è stata realizzata la famosa Cadillac in scala 1:1 di circa 14 tonnellate.

SGF e Roland Baladì, Cadillac, Carrara